Comrades!

Maggio 22nd, 2013 by vlad

Alleghiamo qui di seguito un volantino che gira per Lisbona e che condividiamo pienamente

Comrades!

Eleven years ago we decided for a radical shift in our living. We needed space, and time for experimentation: that space and that time that we couldn’t get hold of while living in the city, being constrained at a partial extent from the needs of modern age metropolitan life.

One thought that continuously arise in our mind is that the idea of changing things from the inside does not work. A change in life, stepping out the worn-out tracks to create new paths of liberation is needed. This changing in life can only be obtained by nesting together different paths, different ideas, different projects, different aims, which all share common grounds of liberty. To be able to live differently we must cover up the primary needs which we nowadays demand to a market, the same market we abolish in our dreams.

Producing and consuming by our own means: either those be generation of electricity, or food, construction of a house, or repairing our tools, limiting our requests to the market to a substantial extent.

This implies learning, practice, and relations: a globalized market means that our relations must spread like ever before, or we will not succeed in confronting with such a monster.

We need to develop means for keeping in touch without having to ask to companies to link our signals in the air; we need to rediscover the importance of long distance radio communication; we need to learn to connect computers on a network which hasn’t nothing to do with the internet; we need to deal with modern age electronic surveillance… we need to be very careful about any instrument that we use, knowing that instruments are never neutral.

Specialization of labor has brought up a very scattered vision of life. What we need most is the reconnection of all these fragments, in order to bear in mind a “unified” vision of the whole, even if simplified. We must attempt in grasping our life as a whole, and not as a fraction… In this, what is of vital importance is learning the meaning of the word “our”. There is nowadays no assumption of human community. Modern capital age supports only the use of “I”, or “they”. We have to rediscover the importance of being part of a community, or we’re out.

In italian, comrade is translated as “compagno”, the person with whom you share your bread. Sharing bread can be a starting point for sharing ideas; but vice versa is not always possible. Our experience is that sharing ideas alone does not lead to anywhere. Too many books, for too little practice. Ideas, which are really easy to develop, have taken the place of activities, much more difficult to keep coherent. In the general laziness, we’re lead to think that having ideas in mind is enough. We tried also the opposite assumption: sharing activities, without fully sharing ideas (even if, a la carte, all of us were libertarian minded): it did not work either. Activities and ideas must go side by side.

Ten years have passed since we left the city. Things have changed, but alas ! not in a evolving direction. The times and spaces for confrontation are getting fewer and fewer day by day… and people living in the city show the same carelessness for what happens beyond the asphalt roads. The general idea of the metropolitan dweller is that cities are the center of all, and that’s the place where to be in order not to miss out on anything. Unluckily for anarchist dwellers, this idea is shared with state, NATO and capital.
As it has always been in history, when things get worse people will need places where to organize (… if there will be something left to organize…) and that will not be cities for sure. How will all these comrades survive without having set any base out of the cities and the market?
By meditation? Or maybe they’ve read some book about surviving in the wildlife. Which wildlife???

sade e anarquia!

ricucire le crepe

Ottobre 23rd, 2011 by vlad

Chi non si e’ ancora accomodato in qualche angolino di questa societa` in decomposizione accelerata, ed e` quindi ancora alla ricerca di una dimensione piu` esplorativa dell’esistente, fara’ meglio a drizzare le uege.

L’esistente e’ sconfinato, e non basterebbe una vita per esplorarlo tutto: per questo abbiamo bisogno di appigli, di una buona mappa – dove siano indicati gli angoli pulsanti, perche` tutti sappiamo che non sara` in mezzo alla noia di un deserto relazionale che troveremo il bandolo della matassa .

Gli appigli sono quello spazio di condivisione in cui si puo` sperimentare una relazione. Essere pronti a cogliere gli appigli diventa una qualita` importante quando ti trovi di fronte a muri impenetrabili.

Ma cogliere gli appigli implica una certa pratica, e liberta`, mentale. Intanto occorre guardare al di la’ del proprio naso. In seconda istanza, per sperimentarsi insieme occorre disporre del proprio tempo. Inoltre, implica avere del coraggio, qualita` assolutamente non richiesta quando si rimane in tutto e per tutto all’interno dei meccanismi della societa` ordinaria – esercizi di teoria e prassi della rivoluzione, a parte.

L’iperflusso di informazione che ci turbina intorno porta inoltre i piu` all’immobilismo, a perdere di vista un loro punto di partenza. Tanto piu` sono frastornati da notizie e informazioni, tanto piu` si ritengono impegnati e solidali con questo o con quello, e tanto piu` si ritrovano sempre allo stesso punto: ad esser maligni, uno potrebbe pensare che in fin dei conti, gli va bene cosi… ma non siamo maligni (non e’ vero) e preferiamo pensare che, nonostante gli anni passino in fretta e nulla di buono sembra profilarsi all’orizzonte, le cose stiano andando per il meglio: la crisi che acuisce i conflitti sociali, la val susa dove c’e’ una valle intera in lotta, ed altre amenita’ del genere buone giusto per le litanie della domenica.

Chi non trasmette nessuna scintilla vitale (chiamo cosi’ quell’unione instabile tra teoria e pratica, amore e odio, passione e razionalita’) deve essere un morto che cammina… non sta a noi donargli la vita; ma son certo che a lungo andare, convivere lungo tempo nelle vicinanze di tali mostri sia altresi’ nocivo. Occorre disfarsene al piu` presto.

Trovare il proprio punto di partenza, e da li’ delineare il proprio percorso e’ l’unica chiave che puo` permetterci di entrare in relazione con gli alri. Prescindendo da questo, si arriva al triste rituale in cui, non sapendo che cazzo dirsi, perche` non sai chi hai davanti, invece di passare del tempo a conoscersi, trovare ognuno gli appigli negli altri, investire delle energie in qualcosa che potra’ dare i suoi frutti, c’e’ sempre chi “spinge l’acceleratore”. La macchina non e’ ancora partita, i pezzi sono ancora smontati ma intanto ti sorbisci un primo pippone. Poi un secondo. Si alternano i vari maniaci della parola, fino allo sfinimento.

Basterebbe metterli a tacere, gli “oratori”. Ma il silenzio che si produce, genera ansie. Ecco li’ le prime crepe… nervosismo che monta… Stare in silenzio per dieci minuti, ognuno a pensare al proprio, di filo logico, magari dopo aver ricevuto un qualche input; e solo dopo, parlare.

In caso di gravi intossicazioni, specie croniche, da parlantina propongo che il silenzio sia protratto piu` a lungo possibile. Dopo, supponiamo, un’ora di silenzio, la prima cosa che ascolti deve essere sensata se no ti girano veramente i coglioni. E di questo se ne accorgera’ anche il parlatore piu` incallito.

Per comunicare ci vuole un minimo di concentrazione ed attenzione. Per informare non e’ richiesto nulla, Se i momenti di socialita` che ancora riusciamo a ritagliarci vengono rintuzzati da aggiornamenti sulla situazione X,Y,Z. Resoconto dei fatti. Informazione, informazione e ancora informazione, allora c’e’ un grave problema. Qualcuno deve aver confuso la propaganda del fatto con il fatto della propaganda.

Archivio … vari testi indicizzati

Gennaio 26th, 2009 by vlad

Una
chiacchierata
in preparazione alla 4 giorni
torinese Storie d’autogestione e di Anarchia

Riflessioni
su autogestione e autoproduzione ,
distribuito alla Fiera dell’Autogestione tenuta a Libera
(Modena) dal 27 al 30 Aprile 2007

Qualche
spunto
su
R/Esistere (spunto, non scazzo)
16
Aprile 2006


Manifesto
della presentazione di Ordine
Genetico Mondiale, con Christian Fons

Chi
favorisce lo sviluppo e non lo ostacola
riflessioni
su OGM ed altro,
2005

La
nostra
presentazione
alla fiera dell’agricoltura di
Frisolino (Ne),Luglio 2003

Alcune
riflessioni
sull’incontro della cosiddetta rete italiana
villaggi ecologici alla comune di Bagnaia -20 luglio 2003
,
cui abbiamo partecipato e su cui nutriamo parecchie perplessita`

Blanchard:Il
giorno in cui il mondo non è cambiato un granchè, 2001

Riesel:
confessione al tribunale di Montpellier

Ie
prime impressioni di Settembre
,
1999 ,
che mi fa un brutto effetto rileggere ora ma le tengo lo
stesso

Secondo
Enza
,
1999

Sintesi,
1999

Storie d’autogestione e d’anarchia – 4 giorni a Torino, estate 2007

Gennaio 26th, 2009 by vlad


Abbiamo ricevuto notizie dell’iniziativa in preparazione a Torino, e ci stiamo chiedendo da
qualche giorno come, quando e perchè partecipare. Penso siano
domande cui è interessante rispondere, per comprendere lo
slancio con cui ti proietti in un’iniziativa. Pensavamo di cominciare
a correre per tempo, dal momento che -dice il saggio- non ha senso
cominciare improvvisamente a correre a bomba.

La corsa, che è diversa
dalla passeggiata, attiva e mette in moto endorfine e risveglia
cellule cerebrali altrimenti sopite. In molte occasioni ci siamo
trovati a sbadigliare dalla noia, e non c’e’ nemico interno peggiore
di quello – la noia, manifestazione del nostro sentirci impotenti,
non in grado di tirare fuori una parte di noi – la reazione che
desideriamo corrisponde alla sostituzione della noia di un passo
mediocre con l’eccitazione di una corsa a pieni giri

Leggendo la presentazione
dell’iniziativa mi è venuto un po’ un coccolone alla
proposizione di “workshop, seminari, stage, o come cazzo li si
vuole chiamare”, genericamente varie attività pomeridiane:
a me personalmente non frega un
cazzo delle “varie attività pomeridiane” indipendentemente
da come le si chiama.

non vengo a torino per farmi di
workshop/seminari/stage di qualche tipo… ma per provare a
intrecciare legami che ci portino ad organizzarci insieme, ad
esempio… un’officina per andarci a riparare una macchina,
una distilleria per fare grappe,
una cantina per il vino,
un qualche
luogo/nonluogo/laboratorio X che continua nel tempo e non sia legato
a una logica esclusivamente temporanea…

penso che dobbiamo dotarci si delle
conoscenze, ma che queste viaggiano solo insieme alle pratiche;
dotarci della capacità /
volontà / possibilità di realizzare quelle che
altrimenti rimangono solo idee, e mai riescono ad assumere
concretezza.

Per dotarci di queste pratiche sono
necessari incontri / scontri / riflessioni in cui siamo disposti a
mettere tutto quel che ci riguarda sul tavolo, in discussione
– credo sia l’unica faccenda sugosa.
Mettere tutto in discussione
significa anche mettersi in testa di affrontare questo tutto non
in maniera separata… portare avanti insieme un’idea, (forse
ne basta una sola?), a cui tendiamo insieme con
un ventaglio di pratiche; ad esempio autogestione e
autoproduzione mi paiono solo riferimenti un po’ astratti e
sfuggenti… forse, dovendo usare dei termini, mi piacerebbe riuscire
a pensare e praticare varie forme di (auto)organizzazione. Spero che
durante i quattro giorni le idee sui vari percorsi diventino più
chiare –

Quelli che vedo come laboratori,
persistenti o temporanei, sono i luoghi o i non luoghi che riusciamo
a creare – sono la socializzazione di esperienze, nella teoria, nella
pratica.
Quando c’è qualcosa da
comunicare, farlo – allestire un banchetto, prepararsi in qualsiasi
modo si ritiene opportuno per contribuire in modo utile a
un’iniziativa.

Riuscire a sganciarsi da una
prospettiva immediata, riuscire nei 3 giorni a scambiarci idee,
emozioni, rabbie che durino per almeno 3 mesi –a parte la teoria
del 3
(?!?)- secondo me ha senso per non trovarsi nella triste
condizione di vedere in ogni iniziativa un inizio e una fine ben
definiti.

Per costruire un qualcosa che
perdura nel tempo, a cui sia possibile agganciarsi in qualsiasi
momento, servono relazioni, e per costruire relazioni occorre
tempo – La disponibilità di questo tempo gioca un ruolo
principale. Il voler spendere il proprio tempo insieme segna una
differenza. Con chi siamo disposti a spendere il nostro tempo?

Se serve a qualcosa vedersi, serve
ad esempio a ipotizzare e poi sperimentare (il che vuole dire
attuare) pratiche di sottrazione dai meccanismi più radicati
del sistema – il fatto che ognuno “se la sfanghi da solo” non
sposterà mai neanche di un millimetro il problema ed è
la fregatura più colossale pensare di affrontare
individualmente problemi che sono comuni.

mi ero un attimo perso, rileggendo
cerco di riprendere il filo – in questi quattro giorni a torino
secondo me una pratica che mi piacerebbe condividere con tutti è
quella di attrezzare il posto per tutte le esigenze che si
manifesteranno a partire dal magnare e dal bere. Non ci piace ad
esempio l’idea che ci sia un gruppo che si occupi della cucina perchè
non ci piace l’idea che qualcuno pensi a come 100 persone possano
riempirsi la pancia in modo gradevole… è o non è la
cosa di base su cui qualunque gruppo deve mettersi d’accordo perchè
tutti a un certo punto avranno fame e che può anche risultare
piacevole come socializzazione? Da questo punto di vista agli
incontri del CIR, cui abbiamo partecipato, la condivisione della
cucina è stato l’aspetto di autoorganizzazione affrontato nel
modo più sensato e credibile che abbiamo visto. In incontri di
70 persone non c’è mai stato da fare spesa, non c’è mai
stato nessun “gruppo cucina”, si è sempre magnato e bevuto
bene.

organizzare un incontro sul tema
autogestione / autoorganizzazione ha come conseguenza pratica che
ognuno si attivi a modo suo “portando ciò che vorrebbe
trovare” e per questo occorre già da ora organizzarsi un
minimo per evitare di trovarci sommersi da tonnellate di farina –
se poi manca il sale… sarebbe buono che, usando i potenti mezzi
che la tecnologia ci offre, ad esempio la posta elettronica,
riuscissimo a metterci d’accordo sulle cose da portare a torino – E
questo riguarda solo una parte pratica, che è comunque
interessante ed utile da mettere in gioco.

Per il resto anticipo che
preferirei minor programmazione su quello che accadrà nelle
giornate e nelle serate – se c’è chi vuole suonare è
molto facile organizzarsi per farlo – è capitato in mille
occasioni di partecipare a serate con gruppi che arrivano, montano un
impiantino, suonano, poi smontano per lasciare il palco a un altro
gruppo che monta un nuovo impiantino, suona, poi smonta –
generalmente alla fine dei 4000 concerti a tamburo battente l’ultimo
gruppo si porta via i suoi strumenti -batteria, chitarra,
basso- e rimane un palco vuoto – poi inizia Tormento-DJ “per tutta
la notte”
… cazzo un pochino di spontaneità
la vogliamo lasciar emergere?

Anche perchè se c’è
una cosa di cui l’organizzazione diventa fastidiosa è
proprio l’aspetto ludico, la festa –

mi viene in mente una discussione
alla fiera dell’autogestione a Libera quest’aprile in cui si parlava
dell’autoproduzione musicale. Il gruppo che mi è piaciuto di
più era un gruppo napoletano che come distribuzione non aveva
nulla che c’entrasse con la musica, per scelta. L’autoproduzione di
CD e cassette e l’idea di diffondere musica registrata cozza
abbastanza malamente con l’idea di suonare insieme per esprimere
qualcosa –
rinunciamo alle carrellate di
concerti con 3 o 4 gruppi che suonano la stessa serata uno dopo
l’altro.

Creiamo insieme le condizioni
perchè ognuno si senta di suonare – estirpiamo l’ idea di un
palco e della “scaletta” musicale, condividiamo (con cura – se
un rullante si rompe, non esiste che “sono cazzi miei” e del mio
rullante) strumenti e passioni insieme e qualche nota salta fuori…
magari un po’ stonata, del resto così è nato il punk…

Queste sono prime idee che ci
vengono in mente, aspettiamo qualche intervento per approfondire o
mettere altra carnazza al fuoco…

Ciao

Giornata Ignorante

Novembre 27th, 2008 by vlad


la curia ha chiesto al comune di genova di intervenire per allontanare dalla
zona del centro nomadi e punkabbestia.
In attesa del pass di omologazione al transito nella citta’ proponiamo per genova una "giornata
ignorante".
Riaffermando la teoria e pratica dell’ignoranza dei valori che non ci sono consoni
e delle regole sociali precostituite, dimostreremo alla curia che la soluzione piu’ pratica per evitare
il borseggiamento dei turisti in visita alla chiesa consiste nell’affidare la cattedrale
al manipolo di fedeli ignoranti che si riunira’ e si impegnera’ nella gestione ecumenica dell’edificio.

Qui trovate il volantino di indizione…

R/Esistere Luglio 2008

Luglio 20th, 2008 by vlad

luglio e’ un mese caldo, si sa, e proprio per questo motivo quest’anno abbiamo pensato di passarne una parte in montagna, sull’alta via dei monti liguri. L’afa della citta’ e le zanzare virulente compieranno il loro porco lavoro; ma lontano da noi, e mentre la sera staremo a gingillarci di fronte al fuoco divorando avidi qualche cinghiale ben annaffiato da abbondante vino rosso, i famosi ravioloni di magro da scia’ ensa e l’ormai famosissimo castagnaccio di steva ci faremo una bevuta alla facciazza dell’invito a d/esistere che giunge da piu’ parti…
Inseriamo qui (nella directory www.inventati.org/cafavale/Archivio/Resistere2008) tutto quel che riguarda il percorso, in divenire, di R/Esistere.

della societa’ maledetta e della sua agricoltura

Dicembre 23rd, 2007 by vlad

inoltro questo comnicato dell’Erosion, Technology and Concentration group sul business legato ai ‘biocarburanti’ o come vengono chiamati..

 

 

ETC Group
Communiqué
November / December 2007
Issue #96
www.etcgroup.org

Go here to view the full 14-page report: http://www.etcgroup.org/en/materials/publications.html?pub_id=668

Peak Soil + Peak Oil = Peak Spoils

In the name of moving “beyond petroleum,” Big Oil, Gene Giants, governments, start-ups and others are forming partnerships that will extend corporate control over more resources in every part of the globe – while keeping the root causes of climate change intact. With grudging recognition that first-generation agrofuels are neither economical nor ecological, investors turn to other life-based technologies, including synthetic biology, for the next alternative fuel fix.

Issue: In OECD countries, massive government incentives and subsidies – estimated to be as high as US$15 billion/year – are stoking the agrofuels boom and spurring unprecedented alliances that extend corporate power over a larger share of the world’s resources. Big Oil, Big Ag, Big Brains (and more) are teaming up to reap the only certain benefit of agrofuels – increased profits. In this Communiqué, ETC Group maps the new corporate alliances propelled by (and propelling) the scramble for bio-based fuels. We also include a new wave of corporate investors who are betting that synthetic biologists can turn microbes into fuel-producing factories.

Impact: With the agrofuels boom, the South’s land and labor is once again being exploited to perpetuate unjust and unsustainable consumption patterns in the North. Fuel crops are competing with food crops – and small farmers and poor consumers are losing out. Because huge amounts of energy are required to grow these crops, first generation agrofuels (from crops like maize and rapeseed/canola) may actually accelerate, rather than arrest, climate change. The 2007/2008 UN Development Programme’s Human Development Report warns that the consequences of climate change could be “apocalyptic” for some of the world’s poorest people. In the face of catastrophic impacts from climate change, it is unacceptable to impose the added risks and burdens of agrofuels on the global South. The last thing the South needs is pressure to grow energy crops instead of food crops. Since agrofuels are neither ecologically nor economically efficient, biotech proponents are promoting a new generation of feedstocks and techniques to accelerate fuel production, including genetically engineered trees. These alternatives will present a slew of problems.

Financial Stakes: Energy crops are the fastest growing segment of the world agriculture market. According to industry estimates, the potential global market for liquid biofuels could expand from 11 billion gallons per annum in 2006 to 87 billion gallons in 2020. The global agrofuels market was $20.5 billion in 2006, projected to grow to $80.9 billion in a decade. In OECD countries, start-ups and multinationals are divvying up the annual ~$15 billion in government incentives for alternative fuels.   

Policy/Action: Across the globe, civil society organizations (CSOs) are demanding an end to the agrofuel boom. In the US and Europe, CSOs are calling for a moratorium on incentives for agrofuels, including the suspension of all targets, subsidies and financing through carbon trading mechanisms. The moratorium should be adopted by all governments. Entrenched structures that encourage unsustainable transport of commodities, people and products must be challenged. Governments failed to anticipate the negative social, economic and environmental impacts of first-generation agrofuels. Governments meeting in Rome at FAO’s High-Level Conference on World Food Security and the Challenges of Bioenergy and Climate Change, 3-5 June 2008, should reject first-generation agrofuels and prevent the negative impacts of next-generation alternatives.

festa fine lavori (2007)

Dicembre 3rd, 2007 by vlad

 
qualche appuntamento in dicembre a ca' di favale -

festa di fine lavori 2007

              anglo/finn readers:    2nd Meat Fest 15-16 dicembre 2007

                                        Thrill & Slaughtering at Blackchurch

sabato e domenica 15/16 Dicembre

al favale si favella di macellazione maiale,

e conseguente grigliata mista, piastra, assado, riempimento pance e freezer, vino a volonta'.

il sabato si macella il maiale. al sabato sera musica e grigliata,
i fuochi saranno tanti (e uno intonso per i veg.)

alla riga "vino a volonta'" l'interpretazione forse risultera' dubbia...noi prenderemo oltre al maiale una ventina di litri di vino, che non bastera' se venite in tanti per cui...

vino e birra artigianali saranno molto ben accetti...

per un eventuale gruppo che vuol venire a suonare, qua c'e' a disposizione la blackchurch - batteria, basso, chitarra acustica. portate altri strumenti e possibilmente microfoni!

per quanto riguarda i suonatori? quelli non mancheranno o sara' vero che nella decadenza generale si incontra sempre meno gente disposta a suonare? comunque almeno i pelf suoneranno

se qualche altro gruppo vuol venire a suonare o per qualsiasi questione

ca_favale@inventati.org 

… 

rimane aperta la questione del perche' facciamo una festa... beh, "fine lavori" sarebbe un valido motivo se fosse vero.. 

Il Mondo Rovesciato

Novembre 10th, 2007 by vlad


Sabato 17 Novembre a Genova e’ indetta una manifestazione per i fatti del G8,  per rispondere alle deliranti richieste del pubblico ministero forcaiolo che vorrebbe appioppare miliardi di multe oltre che anni ed anni di galera per … delle vetrine rotte, qualche bancomat provvisoriamente fuori uso, e qualche insaccato espropriato ad un supermercato. Ingenti danni, evidentemente, con la nomea di  "devastazione e saccheggio".


Anni fa a Genova e’ girato un volantino chiamato "Il Mondo Rovesciato" 


 Ovvero come i reali devastatori e saccheggiatori del nostro
quotidiano giudicano e condannano coloro che si ribellano alla miseria
dell’esistente


Trovate qui il volantino, oltre alle cronache della terza e quarta udienza dello stesso processo (anno 2004)

maggepic

Novembre 9th, 2007 by vlad

kafa